Si parla di amianto friabile quando l’amianto è debolmente legato alla sua matrice ospitante (gesso, sabbia, ecc) tanto da poter rompere il manufatto con la sola pressione manuale.
Questa sua caratteristica da un lato lo rende facilmente suscettibile di danneggiamento, dall’altro impone degli speciali accorgimenti in fase di bonifica.
L’impiego dell’amianto in matrice friabile si estende dalle coibentazioni dei tubi del riscaldamento, all’isolamento termo-acustico delle pareti, alla copertura di strutture metalliche a scopo ignifugo, alle guarnizioni di caldaie e bruciatori.
La zona oggetto di bonifica da amianto friabile viene isolata da appositi teli e messa in depressione tramite potenti estrattori che garantiscano un opportuno ricambio di aria per gli addetti alla rimozione.
L’utilizzo di filtri assoluti posti negli estrattori assicurano l’assenza di fibre di amianto nell’aria in uscita dalla zona confinata durante la bonifica.
Gli addetti, appositamente formati e dotati degli opportuni dispositivi di protezione individuale, operano la bonifica ad umido con l’ausilio di soli attrezzi manuali per minimizzare la creazione di polvere e abbattere la concentrazione di fibre libere nell’aria.
La necessità di lavorare in sicurezza sia per la salute degli addetti alla bonifica sia per evitare la contaminazione dell’ambiente circostante, rende molto complesso e specializzato il cantiere da amianto friabile.
La criticità del cantiere rende fondamentale la fase di progettazione tanto quanto l’effettiva realizzazione della bonifica.
Il rifiuto viene poi conferito tramite vettore speciale presso discariche autorizzate.